Covid@casa, fisioterapisti ASL in campo per la riabilitazione domiciliare di pazienti Covid e post Covid
Lopalco: «Una nuova visione di assistenza sanitaria più vicina ai bisogni del paziente»
giovedì 3 giugno 2021
15.52
Trattamenti di riabilitazione a domicilio personalizzati per i pazienti ancora positivi o guariti dal Covid con team di fisioterapisti a loro dedicati che saranno operativi anche con sistemi di telemedicina già da lunedì 7 giugno in tutti i distretti sociosanitari della provincia di Bari.
È il nuovo modello di assistenza sanitaria territoriale disegnato dalla ASL di Bari che questa mattina ha avviato la formazione dei primi 29 fisioterapisti, in programma anche domani, nella sala convegni della Protezione civile della Fiera del Levante. I fisioterapisti saranno impegnati nei team riabilitativi distrettuali, nell'ambito del progetto Covid@casa, promosso da Regione Puglia, Aress e Protezione civile regionale e destinato alla riabilitazione post Covid dei pazienti che hanno contratto l'infezione.
Per l'assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – intervenuto nella giornata inaugurale della formazione - «il Covid è stata una tragedia – ha detto - noi ci siamo impegnati per rilanciare una nuova visione di sistema sanitario, e l'assistenza domiciliare di tipo riabilitativo è indicativa di questo lavoro. I professionisti che lavoreranno sui pazienti Covid in questo periodo – ha aggiunto Lopalco - resteranno incardinati nel sistema, serviranno per rafforzare i servizi di assistenza di prossimità che fanno parte della nostra visione di sanità».
L'assessore Lopalco ha colto poi l'occasione per lanciare un messaggio a tutte le persone che hanno meno di cinquant'anni: «Attenzione - ha detto - il coronavirus può essere una brutta infezione anche per chi è più giovane e non ha patologie. Ecco perché in Puglia, una volta messe in sicurezza tutte le persone più fragili e la stragrande maggioranza delle persone che hanno più di sessant'anni, dobbiamo raggiungere coperture elevate fra i più giovani. Perché il virus continua a circolare, anche se ha allentato la sua morsa: se non vediamo persone in ospedale è perchè stiamo vaccinando.
In autunno, se non sfruttiamo questo momento della pausa estiva per completare la campagna vaccinale, vedremo di nuovo persone in ospedale perché non si sono vaccinate. Questo fenomeno è già visibile in altre nazioni come il Regno Unito. È nelle sacche di popolazione non vaccinata che il virus continua a circolare e a fare danno, anche tra i giovani. Ecco perché abbiamo aperto, secondo le indicazioni del commissario Figliuolo, a tutte le classi di età.
Tra qualche giorno sarà anche il turno dei bambini dai 12 ai 15 anni, aspettiamo solo la comunicazione ufficiale del ministero della Salute per partire con la vaccinazione anche dei più fragili e poi nel corso dell'estate vaccineremo adolescenti, studenti, universitari per far partire scuola ed università in presenza e in sicurezza. Stiamo cercando di offrire la vaccinazione a tutti e lo faremo per tutta l'estate, sabato, domenica, a Ferragosto senza tregua e senza sosta. Il mio messaggio a tutti è: vaccinatevi».
Lopalco ha anche detto che saranno assicurate le seconde dosi Astrazeneca e che la Regione è impegnata a ridurre le liste di attesa anche cercando risorse speciali per aumentare i turni. «Le attività di assistenza e di diagnosi devono essere accelerate, su questo la Regione è impegnata al 100%».
Il progetto Covid@casa è sostenuto e promosso dal Dipartimento Salute della Regione Puglia che punta a farne un primo step verso la realizzazione futura di un Dipartimento regionale dedicato alle fragilità. Lo ha confermato il direttore Vito Montanaro: «La riabilitazione a casa a beneficio dei pazienti Covid è l'embrione attraverso il quale la Regione potrà arrivare ad un modello di cura domiciliare del paziente fragile e cronico senza più dubbi sul futuro – ha commentato Montanaro - è una delle intuizioni nate con il presidente Emiliano durante la pandemia per raggiungere i nostri concittadini a casa in modo efficace per trattare la loro ripresa cardiologica, pneumologica e fisica».
La ASL Bari – con il supporto del Dipartimento assistenza territoriale – ha lavorato in tempi rapidi alla realizzazione dei team riabilitativi, sfruttando anche l'attuale momento pandemico caratterizzato da un significativo calo dei contagi. «Ci stiamo occupando di tutte quelle persone che portano i segni del Covid – ha detto il dg ASL Bari, Antonio Sanguedolce – è il momento di affrontare le cicatrici di questa pandemia e favorire la massima ripresa delle persone assicurando loro una migliore qualità della vita. Per questo abbiamo colto subito l'input della Regione – ha proseguito Sanguedolce – per fare da apripista ad una attività di sperimentazione che sfrutterà anche la telemedicina e la tele riabilitazione per valutare caso per caso».
Sarà il Dipartimento di assistenza territoriale della ASL diretto dal dottor Enzo Gigantelli a coordinare il lavoro dei fisioterapisti, organizzati in team con la supervisione di un dirigente medico fisiatra e con il supporto della task force diretta dall'anestesista Felice Spaccavento. A ciascun distretto sono state assegnate due unità di riabilitatori, mentre a Bari, in considerazione del più ampio bacino di utenza, ne sono state destinate sei. Aress e Protezione civile regionale metteranno a disposizione rispettivamente le risorse tecnologiche e il supporto logistico tramite le control rooms presenti sul territorio regionale per il monitoraggio dei pazienti a distanza.
«Accederanno al servizio tutti coloro che presentano una infezione da Covid o esiti di tale infezione che possano avere coinvolgimento polmonare o di altri organi e apparati – spiega il dottor Gigantelli - il personale sarà attivato dal medico di Medicina generale o dal medico di reparto di dimissione ospedaliera che faranno una richiesta di visita fisiatrica per riabilitazione post Covid».
Dopo la visita si procede alla prescrizione di un programma riabilitativo individuale (PRI) con cicli di terapia a frequenza settimanale e interventi di teleriabilitazione se è necessario.
Le terapie prevedono: riabilitazione respiratoria, motoria e neuropsicologica. È prevista anche attività ambulatoriale prima o dopo i trattamenti domiciliari e anche in questo caso si potrà ricorrere alla telemedicina per rafforzare i risultati raggiunti. Al termine del periodo stabilito per il recupero del paziente, il fisiatra, sulla base dell'attività svolta dai fisioterapisti, valuta la chiusura del trattamento o la proroga dello stesso anche con eventuali altri setting assistenziali.
È il nuovo modello di assistenza sanitaria territoriale disegnato dalla ASL di Bari che questa mattina ha avviato la formazione dei primi 29 fisioterapisti, in programma anche domani, nella sala convegni della Protezione civile della Fiera del Levante. I fisioterapisti saranno impegnati nei team riabilitativi distrettuali, nell'ambito del progetto Covid@casa, promosso da Regione Puglia, Aress e Protezione civile regionale e destinato alla riabilitazione post Covid dei pazienti che hanno contratto l'infezione.
Per l'assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – intervenuto nella giornata inaugurale della formazione - «il Covid è stata una tragedia – ha detto - noi ci siamo impegnati per rilanciare una nuova visione di sistema sanitario, e l'assistenza domiciliare di tipo riabilitativo è indicativa di questo lavoro. I professionisti che lavoreranno sui pazienti Covid in questo periodo – ha aggiunto Lopalco - resteranno incardinati nel sistema, serviranno per rafforzare i servizi di assistenza di prossimità che fanno parte della nostra visione di sanità».
L'assessore Lopalco ha colto poi l'occasione per lanciare un messaggio a tutte le persone che hanno meno di cinquant'anni: «Attenzione - ha detto - il coronavirus può essere una brutta infezione anche per chi è più giovane e non ha patologie. Ecco perché in Puglia, una volta messe in sicurezza tutte le persone più fragili e la stragrande maggioranza delle persone che hanno più di sessant'anni, dobbiamo raggiungere coperture elevate fra i più giovani. Perché il virus continua a circolare, anche se ha allentato la sua morsa: se non vediamo persone in ospedale è perchè stiamo vaccinando.
In autunno, se non sfruttiamo questo momento della pausa estiva per completare la campagna vaccinale, vedremo di nuovo persone in ospedale perché non si sono vaccinate. Questo fenomeno è già visibile in altre nazioni come il Regno Unito. È nelle sacche di popolazione non vaccinata che il virus continua a circolare e a fare danno, anche tra i giovani. Ecco perché abbiamo aperto, secondo le indicazioni del commissario Figliuolo, a tutte le classi di età.
Tra qualche giorno sarà anche il turno dei bambini dai 12 ai 15 anni, aspettiamo solo la comunicazione ufficiale del ministero della Salute per partire con la vaccinazione anche dei più fragili e poi nel corso dell'estate vaccineremo adolescenti, studenti, universitari per far partire scuola ed università in presenza e in sicurezza. Stiamo cercando di offrire la vaccinazione a tutti e lo faremo per tutta l'estate, sabato, domenica, a Ferragosto senza tregua e senza sosta. Il mio messaggio a tutti è: vaccinatevi».
Lopalco ha anche detto che saranno assicurate le seconde dosi Astrazeneca e che la Regione è impegnata a ridurre le liste di attesa anche cercando risorse speciali per aumentare i turni. «Le attività di assistenza e di diagnosi devono essere accelerate, su questo la Regione è impegnata al 100%».
Il progetto Covid@casa è sostenuto e promosso dal Dipartimento Salute della Regione Puglia che punta a farne un primo step verso la realizzazione futura di un Dipartimento regionale dedicato alle fragilità. Lo ha confermato il direttore Vito Montanaro: «La riabilitazione a casa a beneficio dei pazienti Covid è l'embrione attraverso il quale la Regione potrà arrivare ad un modello di cura domiciliare del paziente fragile e cronico senza più dubbi sul futuro – ha commentato Montanaro - è una delle intuizioni nate con il presidente Emiliano durante la pandemia per raggiungere i nostri concittadini a casa in modo efficace per trattare la loro ripresa cardiologica, pneumologica e fisica».
La ASL Bari – con il supporto del Dipartimento assistenza territoriale – ha lavorato in tempi rapidi alla realizzazione dei team riabilitativi, sfruttando anche l'attuale momento pandemico caratterizzato da un significativo calo dei contagi. «Ci stiamo occupando di tutte quelle persone che portano i segni del Covid – ha detto il dg ASL Bari, Antonio Sanguedolce – è il momento di affrontare le cicatrici di questa pandemia e favorire la massima ripresa delle persone assicurando loro una migliore qualità della vita. Per questo abbiamo colto subito l'input della Regione – ha proseguito Sanguedolce – per fare da apripista ad una attività di sperimentazione che sfrutterà anche la telemedicina e la tele riabilitazione per valutare caso per caso».
Sarà il Dipartimento di assistenza territoriale della ASL diretto dal dottor Enzo Gigantelli a coordinare il lavoro dei fisioterapisti, organizzati in team con la supervisione di un dirigente medico fisiatra e con il supporto della task force diretta dall'anestesista Felice Spaccavento. A ciascun distretto sono state assegnate due unità di riabilitatori, mentre a Bari, in considerazione del più ampio bacino di utenza, ne sono state destinate sei. Aress e Protezione civile regionale metteranno a disposizione rispettivamente le risorse tecnologiche e il supporto logistico tramite le control rooms presenti sul territorio regionale per il monitoraggio dei pazienti a distanza.
«Accederanno al servizio tutti coloro che presentano una infezione da Covid o esiti di tale infezione che possano avere coinvolgimento polmonare o di altri organi e apparati – spiega il dottor Gigantelli - il personale sarà attivato dal medico di Medicina generale o dal medico di reparto di dimissione ospedaliera che faranno una richiesta di visita fisiatrica per riabilitazione post Covid».
Dopo la visita si procede alla prescrizione di un programma riabilitativo individuale (PRI) con cicli di terapia a frequenza settimanale e interventi di teleriabilitazione se è necessario.
Le terapie prevedono: riabilitazione respiratoria, motoria e neuropsicologica. È prevista anche attività ambulatoriale prima o dopo i trattamenti domiciliari e anche in questo caso si potrà ricorrere alla telemedicina per rafforzare i risultati raggiunti. Al termine del periodo stabilito per il recupero del paziente, il fisiatra, sulla base dell'attività svolta dai fisioterapisti, valuta la chiusura del trattamento o la proroga dello stesso anche con eventuali altri setting assistenziali.