Chieco querela Matteo Paparella: «Da lui frasi diffamatorie»

L'ex sindaco: «Informi i cittadini sulle indagini sull'incendio alla sua villa»

mercoledì 1 settembre 2021 11.55
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
Uno scontro politico che rischia di finire in tribunale quello tra l'ex sindaco di Ruvo di Puglia di centrodestra Matteo Paparella e il sindaco uscente e ricandidato Pasquale Chieco.

Il primo cittadino infatti ha annunciato querela nei confronti dell'esponente politico di Fratelli d'Italia che, con un post su Facebook, aveva chiesto pubblicamente le scuse da parte di Chieco per aver fatto «marchiare Ruvo come città mafiosa».

Il riferimento è all'incendio doloso che cinque anni fa distrusse la casa di campagna del primo cittadino in carica. In quell'occasione il sindaco Chieco raccolse la solidarietà dell'intera città, del mondo politico e dei suoi sostenitori.

Paparella attribuisce la richiesta di scuse ad un «vero e serio opinion leader», sedicente elettore di sinistra «che non voterà più il sindaco uscente». Nella ricostruzione che Paparella fa dell'accaduto, Chieco «fece passare l'attentato alla sua villa di campagna come atto criminale connesso, a suo dire, alla attività amministrativa peraltro iniziata appena 3- 4 mesi prima» e «corse subito a prendersi la medaglia in Sicilia».

Chieco: «Querelo Paparella. Da lui parole ignobili, false, diffamatorie»

Il post ha letteralmente fatto infuriare il primo cittadino che, attraverso una nota diffusa agli organi di stampa, ha annunciato di voler querelare Matteo Paparella.

«Ci sono molti modi di fare campagna elettorale: si possono raccontare fatti e azioni realizzate, prospettare idee e mettere in campo progetti, oppure mettere in moto la macchina del fango e scagliarsi contro persone e avvenimenti che non lo meritano ma che evidentemente risultano strumentali ad obiettivi elettorali. Così fa in questi giorni più che mai Matteo Paparella e non me ne stupisco, evidentemente pensa di recuperare voti per sé e la sua coalizione, ma sbaglia proprio obiettivo e tema, e io non posso e non voglio tacere sulla gravità delle sue parole» esordisce il candidato sindaco di centrosinistra.

«Io non auguro a nessuno di vedere un pezzo della propria vita incenerito dalle fiamme. Mobili ammassati con pneumatici, benzina, fuoco dove prima c'era una casa. Era il 3 marzo 2017, nove mesi dopo la mia elezione a Sindaco. Non auguro a nessuno di dover consolare il dolore e contenere la preoccupazione delle proprie persone care, mentre ancora non si è smaltita la propria personale prostrazione. Per me e per la mia famiglia è una ferita ancora sanguinante, anche perché le indagini non ci hanno consegnato ad oggi gli autori di questo gravissimo reato» fa sapere il primo cittadino in carica, ricordando le parole pronunciate in quella circostanza: «sono preoccupato perché la grande visibilità mediatica che questa vicenda sta avendo potrebbe far passare l'idea di Ruvo come di un posto pericoloso e violento, succube della criminalità. Assolutamente non è così, noi non siamo questo, e l'indignazione della città, che subito, compatta e senza esitare, ha preso posizione condannando questo atto criminoso, lo dimostra».

«Forse non è chiaro: sono io la vittima di quel crimine sicuramente doloso - rimarca - e sono io che dovrei ricevere spiegazioni, non darle perché semplicemente non ne ho. Quindi o chi scrive questi post (al di là dell'artificio puerile di Paparella che mette quelle affermazioni in bocca a un sedicente e ignoto "elettore storico della sx") ha elementi sul crimine a mio danno e allora dovrebbe andare di corsa a dirlo all'Autorità giudiziaria, oppure questa è solo macchina del fango».

E annuncia: «In un caso e nell'altro, sarà mia cura occuparmene per le corrette vie legali. Attenderò l'esito della querela proposta all'Autorità giudiziaria per queste e altre falsità e diffamazioni a firma dell'autore dei post e di chi commenta. Attenderò anche i risultati degli approfondimenti di polizia giudiziaria su chi mostra di sapere cose inedite sul crimine di cui sono stato vittima».

Un attacco da campagna elettorale secondo il primo cittadino uscente: «Resta che la Politica e la campagna elettorale in corso, alla quale abbiamo appena dato il via con tutta la coalizione di centro sinistra, sono altra cosa ben diversa dagli attacchi personali, dalle falsità e dalle ingiurie. Noi continueremo a raccontare ciò che abbiamo fatto in questi anni, anche a favore della legalità e della giustizia dove è stato necessario operare in questo senso, e continueremo insieme a progettare il futuro di questa città, liberi dalle minacce e dalle macchinazioni di chi non ha argomenti migliori da offrire nemmeno al proprio elettorato o a quella parte di città che spera ancora di conquistare».

La controreplica di Paparella: «Il sindaco ha memoria corta. I cittadini hanno diritto di sapere»

Arriva a stretto giro la controreplica dell'ex sindaco Matteo Paparella, sempre attraverso i social network. «È indubbio che è mio diritto- dovere conoscere le risultanze di tale attività investigativa ove già conclusa. Ed è diritto- dovere di tutti i cittadini essere informati.
Ed è obbligo dell' attuale sindaco comunicare le risultanze di quella indagine giudiziaria, ove risulti formalmente conclusa, atteso che Ruvo, la Comunità di Ruvo, patì e continua di fatto a patire le conseguenze del marchio affibbiato alla Comunità Ruvese» scrive il già sindaco di Ruvo di Puglia.

«Il sindaco non ha finora avvertito tale obbligo istituzionale e politico di informare tutti i cittadini. Ora dà invece, e finalmente, a me cittadino ed ex Sindaco, e mi auguro per il tramite del mio legale, tale opportunità conoscitiva non più rinviabile .
La gente, tutti i cittadini, hanno il diritto di sapere. L' incendio della villa dell' attuale sindaco, le correlate pubbliche iniziative assunte all' epoca dal sindaco, sono fatti realmente accaduti, non sono fantasiose ricostruzioni del sottoscritto e di chicchessia. Insomma sono fatti gravi non relegabili ad episodi di cronaca spicciola, e non sono certamente, giova rimarcarlo, invenzioni del cittadino Matteo Paparella o di qualsivoglia cittadino ruvese. E tutti, nessuno escluso, avevano ed avranno il diritto di sapere. E sapranno.
Anche perchè Il sindaco dimentica le sue assertive dichiarazioni nell' immediatezza dell' incendio e dimentica le iniziative strettamente conseguenziali».

E accusa: «Il sindaco ha memoria corta. Io invece conservo, com'è mia abitudine, come cittadino sempre attento, dichiarazioni, atti assunti dal sindaco in nome e per conto della Civica Amministrazione , la iscrizione ad " Avviso Pubblico". Ecco perché ringrazio il sindaco per la odierna iniziativa , improvvida iniziativa, che servirà a fare chiarezza e a dare le necessarie risposte a tutti i Ruvesi. Poi all' esito delle risultanze si vedrà e si valuterà ciò che occorrerà eventualmente fare»