Chieco: «Ho pensato a una vendetta, un avvertimento, una reazione a qualcosa»
Il sindaco di Ruvo al Tg3Puglia racconta come ha vissuto l'atto intimidatorio subito due giorni fa
domenica 5 marzo 2017
22.57
Hanno ammassato divani e mobili al centro della stanza e vi hanno appiccato il fuoco. Così, il sindaco di Ruvo, Pasquale Chieco, intervistato dal Tg3 Rai Puglia, descrive l'atto intimidatorio subito tre giorni fa all'interno della sua abitazione di campagna.
«Un avvertimento, una reazione, una vendetta rispetto a qualcosa» riconosce il sindaco ai microfoni della Rai «tuttavia non ho nessun elemento che mi induca a pensare che si voglia condizionare un qualsiasi profilo della mia attività amministrativa o professionale».
Come avvocato il sindaco Chieco rappresenta i familiari della bracciante Paola Clemente, morta per lo sfruttamento nei campi. Può essere un'azione collegata al processo in corso contro i «caporali» presunti responsabili della morte sul lavoro della donna? «Me lo hanno fatto pensare in un secondo momento» ammette il sindaco «del resto, ho agito a supporto della famiglia innescando questi processi ma agendo in grande sintonia con la Cgil e la Flai i cui rappresentanti hanno avuto una esposizione mediatica più alta della mia»
«Un avvertimento, una reazione, una vendetta rispetto a qualcosa» riconosce il sindaco ai microfoni della Rai «tuttavia non ho nessun elemento che mi induca a pensare che si voglia condizionare un qualsiasi profilo della mia attività amministrativa o professionale».
Come avvocato il sindaco Chieco rappresenta i familiari della bracciante Paola Clemente, morta per lo sfruttamento nei campi. Può essere un'azione collegata al processo in corso contro i «caporali» presunti responsabili della morte sul lavoro della donna? «Me lo hanno fatto pensare in un secondo momento» ammette il sindaco «del resto, ho agito a supporto della famiglia innescando questi processi ma agendo in grande sintonia con la Cgil e la Flai i cui rappresentanti hanno avuto una esposizione mediatica più alta della mia»