Cacciavano cinghiali in modo non consentito nel Parco, tre denunce
I Carabinieri Forestali hanno sequestrato armi e munizioni
giovedì 14 febbraio 2019
10.42
Tre soggetti sono stati sorpresi dai militari della Stazione Parco di Ruvo di Puglia nel mentre allestivano una postazione di caccia finalizzata all'abbattimento di cinghiali allocata ai margini del bosco "Cortogigli" sempre in agro di Ruvo, all'interno del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
I tre avevano "pasturato" un'area ben precisa e con caratteristiche idonee ad attirare la fauna.
Le pasture consistono nel foraggiare ossia disperdere al suolo alcuni alimenti (mandorle, legumi, patate) di cui vanno ghiotti i cinghiali, solitamente abituali, i quali ritornano sulla postazione per alimentarsi, e così facendo risulta più facile aspettarli per poi abbatterli.
Tale attività "prodomica" all'abbattimento è considerata dalla normativa di settore chiaro "esercizio venatorio" oltreché vietata dalle disposizioni per il contenimento della diffusione del cinghiale.
Pertanto, individuate le pasture, i militari hanno atteso l'arrivo dei tre soggetti bloccandoli nel loro intento e procedendo così all'identificazione, ponendo così sotto sequestro preventivo i tre fucili da caccia e le relative munizioni adatte per ungulati in possesso degli stessi.
I militari nelle attività di monitoraggio a distanza della postazione hanno altresì accertato che l'area pasturata era controllata da una foto-trappola, strumento di video ripresa utilizzato comunemente per osservare a fini scientifici la fauna selvatica, di proprietà dell'Ente Parco, che era stato in precedenza rubato da altra postazione.
Infatti uno dei tre soggetti, ben conoscendone il funzionamento, si era avvicinato alla foto-trappola disattivandola e recuperando la memoria interna, poi consegnata ai militari operanti.
Per questo oltre al reato di esercizio venatorio in area protetta, i tre soggetti, residenti a Sammichele di Bari, sono stati deferiti in concorso tra loro, anche per il reato di ricettazione.
I tre avevano "pasturato" un'area ben precisa e con caratteristiche idonee ad attirare la fauna.
Le pasture consistono nel foraggiare ossia disperdere al suolo alcuni alimenti (mandorle, legumi, patate) di cui vanno ghiotti i cinghiali, solitamente abituali, i quali ritornano sulla postazione per alimentarsi, e così facendo risulta più facile aspettarli per poi abbatterli.
Tale attività "prodomica" all'abbattimento è considerata dalla normativa di settore chiaro "esercizio venatorio" oltreché vietata dalle disposizioni per il contenimento della diffusione del cinghiale.
Pertanto, individuate le pasture, i militari hanno atteso l'arrivo dei tre soggetti bloccandoli nel loro intento e procedendo così all'identificazione, ponendo così sotto sequestro preventivo i tre fucili da caccia e le relative munizioni adatte per ungulati in possesso degli stessi.
I militari nelle attività di monitoraggio a distanza della postazione hanno altresì accertato che l'area pasturata era controllata da una foto-trappola, strumento di video ripresa utilizzato comunemente per osservare a fini scientifici la fauna selvatica, di proprietà dell'Ente Parco, che era stato in precedenza rubato da altra postazione.
Infatti uno dei tre soggetti, ben conoscendone il funzionamento, si era avvicinato alla foto-trappola disattivandola e recuperando la memoria interna, poi consegnata ai militari operanti.
Per questo oltre al reato di esercizio venatorio in area protetta, i tre soggetti, residenti a Sammichele di Bari, sono stati deferiti in concorso tra loro, anche per il reato di ricettazione.