Bruno e Salām, due amici in giro per il mondo
Un pellegrino e la sua asina per diffondere un messaggio di pace
lunedì 11 marzo 2019
12.54
Bruno e Salam hanno fatto tappa a Ruvo di Puglia. Di loro abbiamo parlato nella loro tappa di Margherita di Savoia, grazia all'intervista realizzata da Giuseppe Capacchione per Margheritaviva.it e che oggi riproponiamo.
In viaggio per diffondere un messaggio di pace. Preferisce non parlare della sua vita precedente Bruno, ci ha detto solo di essere un pellegrino che gira il mondo con quella che lui considera come una sorella, un'asina di nome Salām, parola araba che sta proprio a indicare la pace. Ha iniziato a viaggiare diversi anni fa per scoprire se stesso. Poi ha compreso che il suo dono era quello di incontrare persone diverse e donare loro un messaggio, un aiuto in cambio di ospitalità. È partito 2 anni fa da Finisterra, in Spagna, e conta di arrivare a Gerusalemme. Tempi e percorso neanche lui li ha previsti con esattezza, ma solo abbozzati su una cartina geografica in ragione di una sua filosofia di vita basata molto sulla quotidianità, perché «nessuno – ha affermato - può prevedere il futuro. Chi azzarda poi ne diventa schiavo».
Sappiamo solo che continuerà a seguire la costa, per questo motivo ha fatto tappa un po' in tutto il nord barese, tra cui anche a Corato, con la sua Salām. «Ho un rapporto speciale con la natura – ci ha confidato -. Da bambino ero uno scout e ricordo con affetto le giornate passate nei boschi con mio nonno». Bruno a breve riprenderà il suo cammino. Non chiamatelo eroe o missionario, non lo gradirebbe. Preferisce essere considerato «una persona come tutte le altre che fa ciò che più gli piace». Cappello da escursionista, un rosario colorato, uno zaino da campeggio e la bandiera della pace: questi sono gli strumenti utilizzati dal giovane pellegrino per attraversare le strade che incontra sul suo cammino. Tutto accompagnato da un sorriso che non perde mai, simbolo di una persona felice della vita che ha scelto di vivere. Un po' controcorrente e magari poco comprensibile per chi è abituato agli agi delle tecnologia, ma Bruno garantisce che non c'è niente di più bello della «libertà dagli stereotipi della società, dai modelli miliardari di calciatori che i più giovani cercano di emulare».
Un pellegrino che cerca di vivere quanto più in modo naturale. Ha un telefono cellulare che usa solo tramite wifi per aggiornare il diario di bordo sulla pagina Facebook "Bruno Peregrino" con foto e messaggi delle persone incrociate durante il suo peregrinare. «Voglio far capire soprattutto ai giovani – ha concluso -, che non c'è nulla di più importante della libertà e della pace. Viviamo liberi dagli schemi che dall'esterno vogliono imporci». Qualcuno lo incontrerà nei prossimi giorni o nei prossimi anni. Non è difficile riconoscerlo: viaggia sempre in compagnia delle sua fedele asina con una coperta colorata sul dorso. Se vedete Salām in un'aiuola o su un prato a mangiare erba, Bruno è sicuramente nelle vicinanze. A un suo richiamo l'animale risponde con un raglio. Sono due compagni di viaggio che non si lasciano mai.
In viaggio per diffondere un messaggio di pace. Preferisce non parlare della sua vita precedente Bruno, ci ha detto solo di essere un pellegrino che gira il mondo con quella che lui considera come una sorella, un'asina di nome Salām, parola araba che sta proprio a indicare la pace. Ha iniziato a viaggiare diversi anni fa per scoprire se stesso. Poi ha compreso che il suo dono era quello di incontrare persone diverse e donare loro un messaggio, un aiuto in cambio di ospitalità. È partito 2 anni fa da Finisterra, in Spagna, e conta di arrivare a Gerusalemme. Tempi e percorso neanche lui li ha previsti con esattezza, ma solo abbozzati su una cartina geografica in ragione di una sua filosofia di vita basata molto sulla quotidianità, perché «nessuno – ha affermato - può prevedere il futuro. Chi azzarda poi ne diventa schiavo».
Sappiamo solo che continuerà a seguire la costa, per questo motivo ha fatto tappa un po' in tutto il nord barese, tra cui anche a Corato, con la sua Salām. «Ho un rapporto speciale con la natura – ci ha confidato -. Da bambino ero uno scout e ricordo con affetto le giornate passate nei boschi con mio nonno». Bruno a breve riprenderà il suo cammino. Non chiamatelo eroe o missionario, non lo gradirebbe. Preferisce essere considerato «una persona come tutte le altre che fa ciò che più gli piace». Cappello da escursionista, un rosario colorato, uno zaino da campeggio e la bandiera della pace: questi sono gli strumenti utilizzati dal giovane pellegrino per attraversare le strade che incontra sul suo cammino. Tutto accompagnato da un sorriso che non perde mai, simbolo di una persona felice della vita che ha scelto di vivere. Un po' controcorrente e magari poco comprensibile per chi è abituato agli agi delle tecnologia, ma Bruno garantisce che non c'è niente di più bello della «libertà dagli stereotipi della società, dai modelli miliardari di calciatori che i più giovani cercano di emulare».
Un pellegrino che cerca di vivere quanto più in modo naturale. Ha un telefono cellulare che usa solo tramite wifi per aggiornare il diario di bordo sulla pagina Facebook "Bruno Peregrino" con foto e messaggi delle persone incrociate durante il suo peregrinare. «Voglio far capire soprattutto ai giovani – ha concluso -, che non c'è nulla di più importante della libertà e della pace. Viviamo liberi dagli schemi che dall'esterno vogliono imporci». Qualcuno lo incontrerà nei prossimi giorni o nei prossimi anni. Non è difficile riconoscerlo: viaggia sempre in compagnia delle sua fedele asina con una coperta colorata sul dorso. Se vedete Salām in un'aiuola o su un prato a mangiare erba, Bruno è sicuramente nelle vicinanze. A un suo richiamo l'animale risponde con un raglio. Sono due compagni di viaggio che non si lasciano mai.