Assistenza domiciliare, Cgil chiede un confronto alla Regione
Con l'intesa Stato-Regioni a disposizione 4 miliardi di euro del Piano di ripresa e resilienza
lunedì 23 agosto 2021
L'intesa firmata tra Stato e Regioni che ha messo a disposizione 4 miliardi di euro dal Piano di ripresa e resilienza per le cure domiciliari, e ha definito un protocollo che affida tutta la gestione alle Regioni, è una buona notizia purché si attivino al più presto tavoli di confronto a livello territoriale per programmare al meglio un servizio fondamentale per migliaia di cittadini pugliesi, non autosufficienti o affetti da gravi patologie.
È il commento del segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.
Un servizio essenziale per sostenere le persone destinatarie dell'assistenza domiciliare e le loro famiglie, utile anche per evitare ospedalizzazioni non necessarie e che appesantiscono le strutture sanitarie. Un servizio che in Puglia è assicurato solo al 2% degli anziani e che nella fase dell'emergenza pandemica si è praticamente azzerato. Parliamo di assistenza infermieristica, visite specialistiche, esami, fisioterapia e riabilitazione che interessano persone affette da malattie croniche o chi ha necessità a seguito di privazione temporanea.
Chiediamo alla Regione di riprendere quanto prima il tavolo di confronto socio sanitario anche alla luce dell'intesa Stato-Regioni e affrontare il tema dell'Adi. Anche perché nell'accordo si prevedono anche i requisiti per l'accreditamento di privati e vorremmo evitare che nell'aggiudicazione del servizio a qualcuno possa venire in mente di scaricare i costi d'impresa sul lavoro e le professionalità necessarie per svolgere questo delicato e fondamentale strumento di assistenza sanitaria. Vanno rispettati i contratti collettivi di settore, le figure professionali adibite e tutte le specifiche connesse alla particolarità del servizio. Anche a garanzia della qualità dell'intervento che andrà assicurato ai pazienti. Motivo per cui sollecitiamo la Regione Puglia a un confronto urgente, conclude il segretario generale della Cgil Puglia.
È il commento del segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.
Un servizio essenziale per sostenere le persone destinatarie dell'assistenza domiciliare e le loro famiglie, utile anche per evitare ospedalizzazioni non necessarie e che appesantiscono le strutture sanitarie. Un servizio che in Puglia è assicurato solo al 2% degli anziani e che nella fase dell'emergenza pandemica si è praticamente azzerato. Parliamo di assistenza infermieristica, visite specialistiche, esami, fisioterapia e riabilitazione che interessano persone affette da malattie croniche o chi ha necessità a seguito di privazione temporanea.
Chiediamo alla Regione di riprendere quanto prima il tavolo di confronto socio sanitario anche alla luce dell'intesa Stato-Regioni e affrontare il tema dell'Adi. Anche perché nell'accordo si prevedono anche i requisiti per l'accreditamento di privati e vorremmo evitare che nell'aggiudicazione del servizio a qualcuno possa venire in mente di scaricare i costi d'impresa sul lavoro e le professionalità necessarie per svolgere questo delicato e fondamentale strumento di assistenza sanitaria. Vanno rispettati i contratti collettivi di settore, le figure professionali adibite e tutte le specifiche connesse alla particolarità del servizio. Anche a garanzia della qualità dell'intervento che andrà assicurato ai pazienti. Motivo per cui sollecitiamo la Regione Puglia a un confronto urgente, conclude il segretario generale della Cgil Puglia.