Aggregazioni laicali, la fede al tempo del coronavirus
L'invito di impegno sociale della Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali
martedì 10 marzo 2020
Nel periodo di emergenza che il paese sta vivendo, una riflessione del Direttivo della Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi invita all'impegno verso gli altri per un arricchimento personale e sociale.
Questo tempo surreale e sospeso, preoccupante per la totale incertezza del futuro ed esigente per la necessaria rimodulazione dei nostri stili di vita, può essere vissuto da noi cristiani laici in diverse modalità. Molti di noi, cessate di colpo le attività pastorali più impegnative, hanno trovato rifugio e conforto nella preghiera personale o comunitaria, efficace sempre e comunque, che però non può essere solo un modo per rimeditare sull'Apocalisse, o arginare l'ansia e sentirsi in pace con la propria coscienza.
Accanto alla preghiera inclusiva, per tutti e per ciascuno, all'affidamento e all'abbandono al Signore, occorre provare a vivere questo periodo di crisi come occasione di progresso e rinnovamento, come opportunità per riscoprirci appartenenti alla comunità umana e recuperare o sviluppare forme creative e concrete di convivenza civile e mutuo aiuto, che forse il ritmo della nostra esistenza frenetica ci ha portato a lungo a trascurare, se non a dimenticare.
Questo ci aiuterebbe anche a bypassare la pericolosa tentazione di chiusura mentale, oltre che fisica, e a guardare solo ai nostri bisogni.
Allora proponiamo di:
Questo tempo surreale e sospeso, preoccupante per la totale incertezza del futuro ed esigente per la necessaria rimodulazione dei nostri stili di vita, può essere vissuto da noi cristiani laici in diverse modalità. Molti di noi, cessate di colpo le attività pastorali più impegnative, hanno trovato rifugio e conforto nella preghiera personale o comunitaria, efficace sempre e comunque, che però non può essere solo un modo per rimeditare sull'Apocalisse, o arginare l'ansia e sentirsi in pace con la propria coscienza.
Accanto alla preghiera inclusiva, per tutti e per ciascuno, all'affidamento e all'abbandono al Signore, occorre provare a vivere questo periodo di crisi come occasione di progresso e rinnovamento, come opportunità per riscoprirci appartenenti alla comunità umana e recuperare o sviluppare forme creative e concrete di convivenza civile e mutuo aiuto, che forse il ritmo della nostra esistenza frenetica ci ha portato a lungo a trascurare, se non a dimenticare.
Questo ci aiuterebbe anche a bypassare la pericolosa tentazione di chiusura mentale, oltre che fisica, e a guardare solo ai nostri bisogni.
Allora proponiamo di:
- Sperimentare e sviluppare i "condomini solidali", che vadano incontro alle fragilità della porta accanto, promuovendo l'attenzione all'altro, rispondendo ad una serie di disagi sociali che l'emergenza in corso comporta e favorendo una migliore qualità di vita per tutti. In particolare si potrebbe:
- Incaricarsi di fare la spesa per gli anziani che in questo frangente vanno più cautelati.
- Offrirsi di fare piccoli servizi ai disabili
- Custodire in casa i bambini dei genitori che lavorano e non sanno a chi affidarli
- Mettere a servizio di chi ne ha bisogno le proprie competenze tecniche, manuali o intellettive.