Affidamento casa di riposo Maria Maddalena Spada: l'intervento di Mariatiziana Rutigliani
La consigliera d'opposizione: «Delibera illeggittima»
sabato 5 agosto 2023
15.32
Nel corso del Consiglio Comunale del 31 luglio, ha tenuto banco il "caso" Casa di Riposo Maria Maddalena Spada. A seguire l'intervento (dopo voto contrario) della consigliera d'opposizione Mariatiziana Rutigliani.
«È illegittima questa Delibera perché contravviene a impegni precisi assunti dalla Concessionaria che non possono essere modificati (esclusivamente a suo vantaggio!!) con scritture private.
A questo va evidenziato l'inefficace gestione della struttura alla quale vengono abbonati canoni per 70 Mila euro circa giustificandoli come mancati introiti per due anni di emergenza covid. Il problema del Covid l'hanno avuto tutte le strutture della Puglia (e del mondo) e non mi risulta che nessuna amministrazione pubblica abbia canoni di locazione. Può essere che al massimo il canone possa essere stato ridotto in maniera specifica e comunque nel periodo in cui vi fu il blocco dei ricoveri, non certo per 2 anni.
È sorprendente la disponibilità del "ricchissimo" Comune di Ruvo che sorvola a piè pari sul diritto di pretendere i canoni che, al massimo, potevano essere ridotti in quel periodo ove al tempo stesso la gestione ha comunque incassato (e incassa tutt'oggi) le rette di ospitalità.
Assurdo poi pensare di chiedere la trasformazione dell'attività della struttura senza avere cognizione dei fabbisogni regionali stabiliti dalla programmazione regionale già saturi non tanto ai fini dell'obbligatorio accreditamento ma in particolare ai fini dell'accordo contrattuale che NON si può fare poiché la programmazione finanziaria è stata già stabilita e deliberata dalla Regione Puglia con il fondo di remunerazione 2023 per tutte le strutture della Puglia.
Ma vi è di più.
Già nel 2021 la Regione dette la possibilità di riqualificazione delle strutture ex art. 67 in strutture RSA e quindi la mancata adesione della Concessionaria a questa possibilità riassume la responsabilità già evidenziata .
Se la Concessionaria avesse chiesto protempore la riqualificazione oggi avrebbe potuto avere la possibilità di entrare nel sistema di accreditamento e degli accordi contrattuali, così come avverrà per chi ha fatto istanza nei termini previsti dalla normativa.
Questa Delibera comunale è un modo per contravvenire agli obblighi della procedura pubblica e il suo contenuto altamente orfano di competenza nonchè in distonia con la corretta gestione che andava assicurata anche con la valutazione delle norme regionali.
Sebbene non contrari alla gara pubblica atteso che il servizio in house non può essere gestito necessità di di figure dotate di professionalità non presenti in organico ed evidentemente antieconomica per l'ente come da verifiche effettuate il voto contrario si giustifica per tutti gli atti presupposti che hanno preceduto la delibera di indirizzo in votazione».
«È illegittima questa Delibera perché contravviene a impegni precisi assunti dalla Concessionaria che non possono essere modificati (esclusivamente a suo vantaggio!!) con scritture private.
A questo va evidenziato l'inefficace gestione della struttura alla quale vengono abbonati canoni per 70 Mila euro circa giustificandoli come mancati introiti per due anni di emergenza covid. Il problema del Covid l'hanno avuto tutte le strutture della Puglia (e del mondo) e non mi risulta che nessuna amministrazione pubblica abbia canoni di locazione. Può essere che al massimo il canone possa essere stato ridotto in maniera specifica e comunque nel periodo in cui vi fu il blocco dei ricoveri, non certo per 2 anni.
È sorprendente la disponibilità del "ricchissimo" Comune di Ruvo che sorvola a piè pari sul diritto di pretendere i canoni che, al massimo, potevano essere ridotti in quel periodo ove al tempo stesso la gestione ha comunque incassato (e incassa tutt'oggi) le rette di ospitalità.
Assurdo poi pensare di chiedere la trasformazione dell'attività della struttura senza avere cognizione dei fabbisogni regionali stabiliti dalla programmazione regionale già saturi non tanto ai fini dell'obbligatorio accreditamento ma in particolare ai fini dell'accordo contrattuale che NON si può fare poiché la programmazione finanziaria è stata già stabilita e deliberata dalla Regione Puglia con il fondo di remunerazione 2023 per tutte le strutture della Puglia.
Ma vi è di più.
Già nel 2021 la Regione dette la possibilità di riqualificazione delle strutture ex art. 67 in strutture RSA e quindi la mancata adesione della Concessionaria a questa possibilità riassume la responsabilità già evidenziata .
Se la Concessionaria avesse chiesto protempore la riqualificazione oggi avrebbe potuto avere la possibilità di entrare nel sistema di accreditamento e degli accordi contrattuali, così come avverrà per chi ha fatto istanza nei termini previsti dalla normativa.
Questa Delibera comunale è un modo per contravvenire agli obblighi della procedura pubblica e il suo contenuto altamente orfano di competenza nonchè in distonia con la corretta gestione che andava assicurata anche con la valutazione delle norme regionali.
Sebbene non contrari alla gara pubblica atteso che il servizio in house non può essere gestito necessità di di figure dotate di professionalità non presenti in organico ed evidentemente antieconomica per l'ente come da verifiche effettuate il voto contrario si giustifica per tutti gli atti presupposti che hanno preceduto la delibera di indirizzo in votazione».