Addio a Gianni Lenoci, maestro del jazz. Il suo ultimo concerto a Ruvo di Puglia

Il commosso ricordo del maestro Minafra

martedì 1 ottobre 2019 17.02
Il pubblico di Ruvo di Puglia, meno di un mese fa, ha potuto applaudire la sua performance al Talos Festival. Era stato il suo ultimo concerto. Oggi, purtroppo, la notizia della sua scomparsa: è deceduto a soli 56 anni Gianni Lenoci, pianista e docente del Conservatorio di Monopoli, tra le espressioni più autorevoli del jazz pugliese.

Artista di assoluta rilevanza, persona eclettica, profondo conoscitore di musica classica e di jazz (dal mainstream alla sperimentazione e improvvisazione di cui era considerato un guru) era un musicista molto apprezzato. Si era diplomato in pianoforte al Conservatorio "S. Cecilia" di Roma e in Musica elettronica al Conservatorio "N. Piccinni" di Bari, dove ha conseguito anche la Laurea in pianoforte con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi sull'opera pianistica di Morton Feldman.

Ha studiato jazz ed improvvisazione con Mal Waldron e Paul Bley. Aveva suonato con i grandi Massimo Urbani, Steve Lacy, Joelle Leandre, Steve Grossman, Enrico Rava, Glenn Ferris, Eugenio Colombo, Markus Stockhausen,Steve Potts, Carlos Zingaro, John Tchicai, Kent Carter, William Parker, David Murray, e non disdegnava di suonare con i piccoli tanto che in Puglia era un punto di riferimento per chi voleva studiare il jazz (sebbene il jazz o ce l'hai o non ce l'hai). Elencare premi e registrazioni per Lenoci è riduttivo, a lui non piacevano gli elenchi, le gabbie concettuali o gli steriotipi.

La sua ultima performance proprio a Ruvo di Puglia. Il maestro Pino Minafra lo ha ricordato su Facebook con un commovente post.
«Classe, profondità, personalità, coerenza estetica, tradizione, contemporaneità, ricerca. Gianni Lenoci da sentire. Solo alcuni aggettivi per descrivere un grande artista del nostro Sud.
Nessuno avrebbe mai immaginato che mercoledì 4 Settembre (giorno prima del tuo ricovero a San Giovanni Rotondo) sarebbe stato il tuo ultimo concerto memorabile per intensità, profondità, maturità e una cifra identitaria rara: un testamento spirituale. Mi sono commosso quando nell'ultimo brano dedicato al tuo Maestro, hai perso il controllo emotivo, commuovendoti anche Tu. Poi ti ho chiesto se avevi registrato il concerto, perché meritava e merita di essere documentato, e mi rispondesti di sì..
Mi impegnerò per verificarne la fattibilità, per dare nuova vita a questo documento: un modo per tenere viva e far conoscere la tua lezione e visione della tua e nostra Musica. Grazie Gianni» scrive il maestro Minafra